Risoluzione ottimale consigliata: 1366 x 768
Un Paese può errare, può fallire in politica interna, in politica economica; i rimedi, i cambi di rotta restano sempre nelle sue mani. Non così in politica estera; là gli errori si pagano sempre. Là le iniziative generose e lungimiranti non sono mai del tutto perdute, anche se a volte la cecità dei politicanti sembra averne impedito lo sviluppo. (Carlo Sforza)
Un popolo che non sa fare politica estera è destinato a servire o perire. (Benedetto Croce)
Quando una forma di Governo diviene distruttrice di Vita, di Libertà e di Felicità il Popolo ha diritto di alterarla o abolirla e di istituire un nuovo Governo, organizzandolo in modo da farlo servire alla Sicurezza e Felicità di tutti. (Dichiarazione di Indipendenza Americana)
Ciò significa che una volta di più i conservatori saranno stati in realtà dei distruttori. Accade così spesso... Forse senza certi egoisitci conservatori non vi sarebbero mai rivoluzioni. (Carlo Sforza)
La libertà non è soltanto un diritto universale e irrinunciabile, è l'unico veicolo per raggiungere la verità. Libertà politica e libertà economica sono indissolubilmente legate. (Domenico Ravaioli)
Alcune considerazioni sull’offensiva di Kursk ed il viaggio di Zelensky a New York
Premessa: Il fallimento della cosiddetta “Operazione Speciale” voluta dal presidente russo Putin non lo aveva di certo aiutato. Le gravi perdite in uomini, mezzi e prestigio sono state il segnale per unire nuovamente americani ed europei allo scopo di indebolirlo e forse anche ricacciarlo indietro. Si trattava di persuaderlo che non avrebbe potuto vincere la guerra e che questa per lui si sarebbe trasformata in una continua irritazione. Poteva certo far danni, ma non a sufficienza da costringere Kiev alla resa.
Da Beirut a Tehran, le ultime azioni di Israele e possibili conseguenze nella regione.
Prologo: Costretto a passare l’estate nella residenza che mi ospita, ho voluto seguire gli eventi di questi ultimi due mesi per rendere l’eventuale lettore meglio informato e perciò più partecipe dell’attuale dramma in Medio Oriente.
Di fronte all’evidenza dei fatti sono certo si potrà rendere conto dell’urgenza di un’azione diplomatica di vasta portata ed al di fuori di schemi che reputo ormai passati. La buona diplomazia non getta mai la spugna ed è bene ricordare che politica estera e diplomazia nel corso della Storia hanno risolto più casi intricati di quanti se ne vogliano ricordare.
Dalla rinuncia di Biden alla Convenzione di Chicago - la nuova dinamica delle elezioni presidenziali americane.
Premessa: Per meglio capire il contesto nel quale si sono svolti i fatti dei quali ci apprestiamo a scrivere, vorrei iniziare il testo compiendo un salto indietro nel recente passato.
Nella giornata del 12 Luglio si chiudeva il vertice Nato riunitosi a Washington con una forte contrapposizione nei confronti di Mosca ed in tono minore di Pechino. Nelle discussioni si era sottolineata l’urgenza di rimetterla in sesto aumentandone gli effettivi e confermando la sua unità nel contrastare l’offensiva russa in Ucraina
Il sonno della politica crea dei mostri: considerazioni su due attentati
Premessa: Nelle prime ore della mattina del 7 Ottobre 2023, Hamas lancia un’offensiva in territorio israeliano dal nome “Operazione alluvione Al-Aqsa”. Questa operazione, complessa e su vasta scala, è consistita in una serie di attacchi di miliziani provenienti dalla striscia di Gaza, ai quali si sono uniti anche nuclei di altri gruppi terroristici palestinesi.
Com'è che l'Unione Sovietica è stata all'avanguardia nel riconoscere lo Stato di Israele
Sappiamo che circa un anno fa il ministro degli Esteri Lavrov si era incontrato con un gruppo di dirigenti di Hamas. Cosa si siano detti lo ignoriamo, ma da fonti di quest’ultima pare che la Russia abbia avuto un ruolo in questa operazione, che sarebbe stata preparata già da due anni. Se ciò fosse vero, avremmo la riprova che ad essere sotto attacco, in questo caso tramite lo scontro fra Israele ed Hamas, sarebbero anche le stesse democrazie occidentali. Mosca – va detto – non considera quest’ultima come un’organizzazione terroristica.
La guerra di Putin
Prima di inoltrarmi nell’esplorare a grandi linee una cronaca di questa guerra, penso sia di fondamentale importanza partire dalla seguente osservazione:
E’ del tutto inaccettabile che un paese come la Russia, uno dei 5 membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite con diritto di veto ed in più potenza ufficialmente nucleare per aver esploso un ordigno prima del 1 Gennaio 1967, possa permettersi di invadere ed addirittura minacciare l’uso di armi atomiche contro un paese che non ne possiede. Questo genere di comportamento, oltre ad essere moralmente deplorevole, di fatto sancirebbe la fine del Trattato di non proliferazione.
Alcune riflessioni sul passato della politica estera americana
Introduzione: Senza andare troppo indietro nel tempo, dall’inizio del secolo abbiamo visto insediarsi alla Casa Bianca quattro amministrazioni diverse tra loro: dal repubblicano Bush, bianco, ricco, ex-governatore del Texas e bene inserito nell’establishment americano al democratico Barack Obama, nero, di origini modeste, con un padre kenyota ma cresciuto dalla madre e dal brillante trascorso accademico. Successivamente è stato eletto Trump, magnate immobiliare di New York, narcisista, autoritario, bugiardo ed inaffidabile, per finire poi con Joe Biden, uomo rispettabile e perbene, politico di professione, dalla vasta esperienza e per otto anni già vice-presidente dello stesso Obama: inutile dire che per entrambi le vedute sulla politica estera sono su quasi tutto divergenti.
In questa finestra il lettore potrà trovare una serie di scritti, analisi e menzioni di avvenimenti storici collegati in gran parte con le vicende più importanti che stanno caratterizzando oggi il Medio Oriente. Sarà possibile trovarvi anche testi sulle recenti questioni internazionali che vedono protagonisti altri paesi e spesso collegate ai rapporti tra le due Grandi Potenze: in un mondo nucleare le uniche oggi in grado di fare politica estera restano gli Stati Uniti e la Russia. Riguardo le altre nazioni, o non esistono o al più il loro ruolo è quello di semplici comparse. In quanto alla Cina, sebbene in crescita sulla scena internazionale, sta ancora compiendo i primi passi. La sua capacità di proiezione non è tutt'ora sufficiente. E' bene ricordare che per quanto importante, non è certo l'economia a determinare le scelte di politica estera. Se ne riparlerà tra qualche anno. Con rammarico continuiamo a vedere l'assenza dell'Europa, sempre più assorbita dalle sue crisi interne. Riguardo l'Italia, la situazione la conosciamo tutti: è da più di venticinque anni che si è smesso di fare Politica Estera.
Un alto esponente della Diplomazia di Tehran mi disse un giorno che in un contesto politico ben gestito vi è sempre bisogno di un Partito piccolo. Presentiamo in questa sezione i sunti aggiornati degli incontri con amabsciatori o altri esponenti diplomatici dei Paesi con i quali abbiamo ritenuto idoneo prendere contatto. In un Paese sempre più marginale e provinciale come il nostro, la politica non sembra voler dare il minimo spazio ai più piccoli: è difficilissimo farsi ascoltare, praticamente impossibile prendere appuntamenti o venire ricevuti. Le questioni internazionali non destano grande interesse ed ogni giorno che passa ne scontiamo purtroppo le conseguenze. Spesso ci sentiamo come i canarini nella miniera di un sistema politico autoreferenziale ed in crisi. Si dovrebbe ogni tanto dar retta pure ai piccoli: capita che abbiano riflettuto di più e preso iniziative più importanti di quelle dei partiti maggiori. Le dimensioni limitatissime del nostro ufficio e la totale assenza di fondi, ci spingono a concentrare il nostro impegno sulle grandi aree di crisi, per poi, eventualmente, suggerire proposte o intraprendere tentativi miranti ad evitare il declassamento internazionale del Paese, che non si vuole né ammettere, né discutere. Alle nostre richieste di un incontro con l'Ambasciatore russo per sottolineare l'estrema gravità della crisi Ucraina e le provocazioni di Mosca non abbiamo mai avuto risposta. Avevamo anche domandato di poter discutere degli attuali rapporti del Cremlino con la Siria di Assad e la Repubblica Islamica dell'Iran.
Corrispondenza con un alto ex-funzionario ministeriale del Governo della Repubblica Islamica dell'Iran, oggi residente a Tehran. Esperto in questioni europee, ha vissuto alcuni anni in Inghilterra ed in Italia. Dottore in Filosofia, in parallelo ai suoi studi universitari e diplomatici ha seguito per un periodo di dieci anni un programma di corsi di Scienze Islamiche nella città santa di Qom, frequentando i seminari dei Grand Ayatollah Javadi Amoli e Makarem Shirazi. Ha dedicato particolare attenzione agli studi Coranici, soprattutto quelli di Dottrina Islamica, Politica Islamica, Logica Islamica, Filosofia e Giurisprudenza Islamica. Per quattro anni segue un curriculum di studi sulla Geopolitica e le Relazioni Internazionali. Decide di specializzarsi sulla Comunità Europea, la Nato, l’Unione Sovietica e il Patto di Varsavia. Segue numerosi corsi e seminari sul Medio Oriento e l’Asia Centrale. Autore di numerosi scritti e pubblicazioni, ha tradotto in Italiano l'opera di un grande filosofo iraniano. Di vedute moderate, è politicamente vicino a Mir-Hosein Mosavi. L'alto funzionario invia le sue opinioni sull'attuale situazione interna del suo Paese il nostro ufficio risponde con rapporti sulla politica italiana. Si tratta per ciascuno di offrire all'altro l'opportunità di avere una visione indipendente sugli eventi attuali delle rispettive nazioni.
Durante un ricevimento offerto dall'Ambasciata della Repubblica Islamica dell'Iran, siamo venuti a conoscenza di una storia che aveva qualcosa di sconcertante. Anni fa vi era stato un accordo di gemellaggio tra la città di Firenze e quella di Isfahan. Per coronare l'evento, la città toscana avrebbe donato al municipio iraniano una statua del nostro poeta Dante Alighieri. In cambio, gli iraniani avrebbero inviato in omaggio a Firenze una statua del loro grande poeta, matematico ed astronomo Omar Khayyam (1048 - 1131). Brillante matematico, studia e affronta il problema delle equazioni cubiche, lavora intorno al V postulato del teorema di Euclide ed altri problemi di geometria. Si dedicò con passione agli studi astronomici e ad una riforma del calendario. Celebre è il suo Trattato sulla Dimostrazione dei Problemi di Algebra. Non fu poeta di professione e, con tutta probabilità, si dedicava alle rime per diletto e la gioia di una ristretta cerchia di amici. Le sue Quartine, espressione di uno spirito libero e scettico, affrontano il tema della caducità delle vicende umane, della morte ed i limiti della ragione. Degni di nota i suoi versi sulla forza del vino ed i suoi strali contro il bigottismo e l'ipocrisia dei religiosi. Le autorità iraniane commissionarono la statua ad uno dei più celebri scultori del loro Paese. Ad oggi, la scultura si trova ancora parcheggiata in Iran, in attesa di trovare il suo posto nel capoluogo toscano. Sentita questa storia, ci siamo attivati per far si che i termini del gemellaggio venissero rispettati. Dopo una serie di incontri presso l'Ambasciata iraniana, abbiamo cercato di far giungere il dono a Firenze. Nell'Estate del 2013 abbiniamo il tentativo con un progetto per inserire l'Italia nelle trattative sul nucleare iraniano, dalle quali ci eravamo auto-esclusi nel 2003.
Il 16 Agosto del 2013, Venerdì successivo alla fine delle festività di Ramadan, un giovane pescatore si imbatte casualmente in un'antica scultura in bronzo. Il ritrovamento è avvenuto a poche centinaia di metri a largo della spiaggia di Deir al-Balah. L'antico bronzo, recuperato con notevoli sforzi e l'aiuto di sei persone, è stato caricato su di un carro trainato da un asino. Trasportato in una casupola, è poi finito nelle mani di elementi delle Brigate Qassam e trasferito a Beit Lahia. Dopo alcune non facili trattative, è stato preso in consegna da agenti di Hamas. Fotografato, è stato spostato in altra sede. Attualmente la sua ubicazione è sconosciuta. Con tutta probabilità, dovrebbe trovarsi in qualche angolo di Gaza, occultato in un ufficio del Ministero degli Interni di Hamas. Venuto a conoscenza della scoperta, il nostro Dipartimento si è attivato per imbastire un progetto di politica estera atto ad inserire l'Italia nella questione Palestinese. Ad una serie di contatti con il Consigliere della Missione Diplomatica Palestinese a Roma ha fatto seguito un incontro con un alto esponente del Ministero dei Beni Culturali. Il progetto, trasmesso al Governo di Ramallah, si è per il momento arenato a causa dei bombardamenti su Gaza e dei dissidi scoppiati tra Hamas e l'Autorità Nazionale Palestinese. Restiamo in attesa di ulteriori notizie in riguardo.
L'espulsione della Monarchia Inglese dai territori americani. La successiva Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti nel 1776. La Rivoluzione Francese, con la Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo e del Cittadino e la soppressione della Monarchia: sovrano non è più il Monarca di diritto divino e di sangue, ma il popolo. Non più sudditi, ma liberi cittadini. Su queste basi si sono sviluppati due sistemi che hanno portato alla più rilevante crescita politica, sociale, economica e culturale mai vista. Ciò è avvenuto in quei Paesi nei quali sono stati adottati i principi e i valori di libertà, coniugati a sistemi di competizione politica (Democrazia Rappresentativa) e di competizione economica (Libero Mercato). La caduta del muro di Berlino, le Rivoluzioni colorate di alcune nazioni ex-sovietiche, la cosiddetta Primavera Araba, i moti a Piazza Taksim, la Maidan di Kiev e le recentissime giornate di Hong Kong ne sono ulteriore riprova. Pur essendo nuovamente dimostrata la forza dei valori di Libertà e Democrazia e dei sistemi che ne derivano, lo sviluppo non è tuttavia lineare: contraddizioni e fallimenti non ne diminuiscono la portata. L'aspirazione fondamentale dell'uomo è quella alla libertà ed il futuro appartiene a coloro che per essa si battono. In questa sezione presentiamo quelli che sono i documenti più rilevanti riguardo tali principi.
Per chiudere la partita col Giappone, il Presidente Truman decide di sperimentare un nuovo e potentissimo strumento bellico. La mattina del 6 Agosto, una “Fortezza Volante” sgancia il suo carico sulla città di Hiroshima. Tre giorni dopo stessa sorte toccherà a Nagasaki. Ha così inizio l'Era Nucleare che cambierà radicalmente il modo di fare politica estera. Per garantire l'equilibrio internazionale, le Potenze Nucleari si accordano per un trattato di non proliferazione. Stati Uniti, Unione Sovietica e Gran Bretagna lo sottoscrivono il 1 Luglio 1968. Il trattato entra in vigore nel Marzo del 1970. Francia e Cina vi aderirono nel 1992. L'Italia lo firma il 28 Gennaio del 1969 e lo ratifica nell'Aprile del 1975. Gli Stati firmatari sono 189. In base al trattato, che potrebbe definirsi "leonino", i Paesi in possesso di ordigni nucleari anteriormente al 1967 sono i soli a poterli detenere legalmente. Questa situazione finisce col declassare l'Italia sia in ambito NATO, che in quello Europeo. Il Trattato andrebbe rivisto, non essendo stato interamente rispettato da nessuna delle cinque legittime potenze nucleari.
Ogni Venerdì sera, presso il Circolo del Ministero degli Esteri e con la partecipazione di Achille Albonetti, il nostro ufficio organizza una tavola sulla Politica Estera. La cena si apre illustrando le vicende della settimana. Si passa poi all'analisi e alla discussione degli eventi, sottolineando sempre la differenza tra cronaca e storia. Scopo di queste serate è spiegare e confrontarsi sui principi ed i meccanismi del mondo della politica estera. Possiamo dire sia l'unico posto a Roma dove, in modo conviviale, si discute seriamente di tematiche internazionali e si cerca di dare agli ospiti adeguati strumenti per il ragionamento e la comprensione dei fatti. Si tratta di un continuo dibattito che permette di approfondire anche le proprie idee.
In questa finestra presentiamo una selezione di documenti usciti dal nostro ufficio. Alcuni di questi riguardano incontri avuti a Roma con esponenti del mondo politico nazionale. Non essendo tutti di grande interesse ed in alcuni casi anche ripetitivi, ne abbiamo omessa una gran parte. Se vi fosse stato uno spazio di azione maggiore si sarebbe certamente potuto fare di più: non mancano né le idee, né le capacità, né le occasioni. Assente è un ambiente politico aperto e disposto ad ascoltare e affrontare tematiche internazionali, dalle quali il nostro Paese è purtroppo spesso assente. Questo declassamento, dal nostro punto di vista, non è accettabile, soprattutto vista la situazione geopolitica del Paese. Basta accendere la televisione, aprire i giornali o seguire alcuni grandi commentatori per rendersi conto non solo di quanto sia scarso l'interesse per la Politica Estera, ma anche come siano in pochi a capire il senso delle cose, quando addirittura non si tende a cadere nella disinformazione. I commenti di molti esponenti politici ed editorialisti riguardo il Presidente russo Putin, la Crimea, gli sviluppi in Ucraina e le Primavere Arabe ne sono una perfetta testimonianza.
Le faccende umane si possono dividere in due grandi categorie: la res privata e la res pubblica. La prima riguarda i rapporti tra individui, famiglia e gruppi vicini. La seconda, stabilisce e regola i rapporti interni di una nazione (politica interna) e le relazioni tra Paesi e popoli (politica estera). Nell'attività politica di una collettività vi sono tre principali settori: politica interna, politica economica e politica estera. Di questi, la politica estera è quello più importante. Suo scopo è quello di garantire la sicurezza nazionale e mantenere, se non la pace, gli equilibri mondiali. Se condotta erroneamente, può portare alla scomparsa della nazione stessa. L'atteggiamento dell'Italia e il suo disinteresse per la politica estera, ne fanno un Paese mediocre.
Questa Associazione nasce allo scopo di promuovere e diffondere i principi di emancipazione morale, politica e sociale ideati da Giuseppe Mazzini e sostenuti dalla tradizione politica del pensiero Repubblicano. Fondata nel 1943 da esponenti del movimento antifascista, come tale ha mantenuto costante una ferma posizione contro ogni forma di totalitarismo. L'associazione intende perseguire con continuità ed impegno volontario l'obiettivo di educare donne e uomini d'Italia alla cultura democratica e alla partecipazione. In ragione delle profonde radici nelle esperienze storiche del Risorgimento e della Resistenza, l'Associazione si è efficacemente impegnata per mantenere vivo il lascito ideale di questi momenti di libertà nella storia italiana moderna.