Tehran, Sabato 9 Settembre 2017
Caro Dott. Almagià,
Buongiorno. La ringrazio innanzitutto per le lunghe lettere che mi ha mandato. Mi dispiace averle risposto in ritardo ma è morto mio nonno e per via di questo lutto in famiglia siamo stati tutti piuttosto occupati. Mi auguro lei possa riprendersi e star meglio il prima possibile. Anche io sono stato poco bene in quanto le mie condizioni mi hanno portato a soffrire di depressione. Per reggere, sono costretto ogni giorno a prendere diversi farmaci.
Come lei ha sottolineato, le relazioni internazionali si sono complicate a tal modo che buona parte dei paesi di questo mondo sono fortemente condizionati della politica estera. In Italia la situazione non è priva di doppiezza, in quanto la politica estera è tutt’ora sottomessa ai giochi di politica interna.
Come prevedibile, Rohani da noi è stato rieletto presidente. La Guida Suprema, Ayatollah Khamenei e i Guardiani della Rivoluzione gli erano contrari ma non avevano altra scelta che accettare l’esito del voto. Adesso i Guardiani fanno pressioni per mettere le mani sui grandi progetti economici: ad esempio, dopo la firma di un accordo con la francese Total e con l’Eni riguardo il petrolio e il gas, Khamenei e i Guardiani della Rivoluzione, insieme a tutti quei deputati che controllano, hanno protestato per contestare questo contratto. Hanno sostenuto che tutti i progetti devono passare per le loro mani. In questo caso particolare, insieme ad aziende cinesi intendono concludere i progetti mantenendo una qualità bassa. Oltre al potere, per loro sono una fonte di guadagno. Sanno bene inoltre di poter beneficiare dalla cooperazione con la Cina o la Russia.
In questo momento la politica regionale dei Guardiani può definirsi chiara: dopo la sconfitta dell’Isis in Iraq, e tra poco anche in Siria, sono riusciti a penetrare in profondità nella regione. In Iraq, però, un ex-alleato dei Guardiani, Moqtada al-Sadr, ha recentemente protestato contro le manovre di Tehran sottolineando come stia interferendo negli affari interni del suo paese. E’ bene si sappia che al-Sadr è di credo sciita.
In Arabia Saudita i Guardiani stanno dando una mano agli sciiti che si trovano nel sud del paese ed è questo uno dei motivi per i quali i rapporti tra le due nazioni sono molto tesi. Riyadh e Tehran sono i due centri nei quali vengono fomentati gli estremisti sciiti e sunniti che poi affliggono la regione e il resto del mondo. E' vero che i combattenti dell’Esercito Islamico sono vicini ad una sconfitta in Iraq e le cose per loro non vanno bene neppure in Siria, ma da lì a dire che non ne sentiremo più parlare ancora ce ne corre: l’Isis, infatti, non è che il risultato degli sviluppi politici interni a questi due paesi. Da noi, purtroppo, la politica interna è sotto il tallone della politica estera in quanto il regime giustifica le proprie azioni in Siria con la scusa che è necessario sconfiggere il Califfato prima che arrivi a mettere piede in Iran. Coloro che vengono uccisi in queste operazioni vengono chiamati “Martiri”. In Iran questo termine è ancora in voga in quanto aiuta i Guardiani a giustificare le loro interferenze oltre frontiera.
La situazione economica posso descrivergliela come assai grave. Non esistono purtroppo statistiche ufficiali ma si sente dire che numerose banche sono prossime al fallimento in quanto le autorità iraniane che hanno chiesto dei prestiti adesso non li restituiscono. Per rimettere in sesto l’industria del settore petrolifero ci vogliono molti soldi ed investimenti stranieri. I Radicali però a questi si oppongono, sostenendo che sono solo uno strumento dell’Occidente per condizionare l’Iran e non potranno che avere un impatto negativo.
L'inflazione gravita intorno al 24%, la disoccupazione tocca il 20% e il reddito nazionale dipende dai prezzi del petrolio che i Guardiani della Rivoluzione vendono illegalmente. Non esiste perciò una cifra esatta che possa definire il reddito annuale. Appena possibile le invierò una nota sul ruolo dei Guardiani nell'economia dell'Iran.
Con tutti i miei più cordiali saluti ed auguri,
Mo